giovedì 5 maggio 2016

In bloom

Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.


Fu un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco
perché i ciliegi tornassero in fiore
perché i ciliegi tornassero in fiore.
(1)



- Daisy Daisy!

Il papà le corre dietro e lei scappa, ridendo come può scappare e ridere una bambina di sei anni o poco più prima di cadere, fare praticamente una capriola e ritrovarsi con il Mondo rovesciato. Guarda con il naso all'insù quando un petalo bianco le cade sulla fronte. Osserva i ciliegi del parco gravidi di frutti rossi. 

- Piccola, ti sei fatta male?
- Papà anche gli alberi hanno male? Forse si.

Dice lei mentre sbircia le proprie mani graffiate ed il ginocchio sbucciato. E non può fare a meno di dispiacersi.

§§§



- Daisy... Daisy... 


Il papà la chiama ma la bambina non corre. E' bloccata sul sedile. Il Mondo è sempre rovesciato però, così come la macchina. 

- Ti sei fatta male?
Sbircia l'uomo. Anche i papà hanno male? Forse si.


Mathis Diderot sanguina dalla ferita alla testa ma non sarà quello ad ucciderlo bensì l'emorragia interna. Blake lo capirà solo da grande, solo quando studierà per diventare davvero un medico che il sangue più pericoloso è quello che non si vede, quello che non si versa. Un po' come le lacrime che non ha pianto quella notte.

Spaventata. Salva. Mutante. Spaventata. Salva. Cambiata.

- Papà... Papà... Stai male? Papà! 

Lo chiama, urla, dentro quella macchina ma Mathis Diderot non può rispondere più.

Passa ore a chiamarlo. Ore fino a perdere i sensi per la stanchezza, per la posizione. Il diamante che le ha salvato la vita è piccolo anche lui, non è forte come oggi e dopo un po' si ritira.

Quando i vigili del fuoco e la polizia la tirano fuori da lì, Daisy torna a sentire e vede tutto con una forza nuova o forse con quella che sarà un'ossessione nuova. La macchina accartocciata. Le ferite del padre. Quel Mondo rovesciato. Senza inizio e senza fine precisi. Senza contorni netti come la macchia di sangue per terra. 
Non sa ancora che quello che desidera ha un nome. Così come quello che la terrorizza. Anche quello lo scoprirà da grande. Anche quello come il diamante, crescerà con lei.

§§§


Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più forte. 
Tutto mi emozionava. 
Un cane che seguiva uno sconosciuto. Era una sensazione così intensa. 
Un calendario aperto sul mese sbagliato. Avrei potuto piangerci sopra. E piangevo. 
Quando finiva il fumo di un camino. 
Il modo in cui una bottiglia rovesciata si appoggiava sull'orlo della tavola.
Ho passato la mia vita imparando a sentire di meno.(2)



... Non che io ci sia mai riuscita. I ciliegi mi commuovono ancora. 















1: Fabrizio De Andrè, Un medico
2: Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino






Nessun commento:

Posta un commento