venerdì 29 aprile 2016
Old friends Old times
Non ce l'ha fatta. Ha dovuto indossare la Maschera. Solo una notte. Solo per assicurarsi che alle Baraccopoli non succeda niente e che, nei loro limiti, possano dormire sogni tranquilli. Solo per arrivare dove gli Agenti e la Polizia non arriva. Solo per quello ma Satine è lì, in una gelida notte di Philadelphia e cammina come al solito canticchiando fino a trovarsi addosso il segno di un laser che la prende di mira. Il diamante sta già per ricoprirle il corpo quando si rende conto di chi punta contro di lei.
- Spectre?
- Satine? Sembra passata una vita. Sei cresciuta, diamine. Sono felice di trovarti ancora intera e con una maschera sulla faccia. Come va qui?
- Ancora intera. Con una maschera sulla faccia quando l'occasione lo richiede. Non è una vita facile per le persone come noi. Per quelli che non se ne stanno dietro ad un'armatura ancora meno. Tengo un profilo basso ... ma sto seguendo un nuovo caso.
- Proteggerli senza che sappiano... E' la base di questo mestiere, la fonte di ogni nostra frustrazione e probabilmente il passo che dovremo riuscire a fare per convincere gli Americani che siamo noi, invece, a proteggerli al posto dei fantocci gonfiati del Governo.
- Lo sai che non faccio quello che faccio per proteggere qualcuno.
- Si, ricordo che te lo raccontavi spesso.
Camminano come se tutti quegli anni non fossero passati. Come se lui non avesse tante più rughe sulla faccia e più cicatrici sul corpo e lei non si fosse trasformata da una bambina ad una donna. Gli racconta di Dora, del caso Fenning, di quel qualcosa che non la convince.
- Voglio aiutarti, sai che non potrei fare diversamente ora che mi hai coinvolto.
- Oh io ti ho convolto?
Glielo domanda con un sorriso sotto la maschera, perfettamente consapevole perché lei, ingenua, non lo era nemmeno tanti anni prima. Gli da le spalle e corre via, la seguono solo le ultime parole della Shell.
- Quando ti vedo sei sempre capace di stravolgere ogni cosa, damn'.
§§§
New York -
C'è una ragazzina appena iscritta al Collage che ha detto " si " ad una breve vacanza a New York. C'è una vigilante con la maschera nera e gli immensi occhi blu che è lì, a New York solo perché ha letto del cadavere di una prostituta trovata nel fiume Hudson. Un trafiletto di un giornale online. Niente di più. Un invisibile che non ha fatto più rumore di una margherita strappata dalle mani di un bambino avido e superficiale. Perché quella povera donna non è caduta nel fiume ritornando da un incontro d'amore. Qualcuno ha voluto ucciderla. Credeva un cliente ma indagando ha scoperto che no, nessun cliente e allora è lì, in uno dei quartieri più pericolosi della Grande Mela mentre sostiene una cordiale conversazione con il pappone di Emma.
- A me puoi dirlo: io so che sei stato tu.
- Cosa cazzo vuoi?
- E vuoi sapere come lo so? Perché ho parlato con le tue ragazze e tutte dicono che Emma stava cercando di tirarsene fuori, che voleva cambiare vita, per sua figlia. E sai come so che è vero? Perché ho parlato con il medico legale che le ha fatto l'autopsia e tu non lo sai ma il corpo di una donna rimane segnato da una gravidanza, quando una donna diventa madre cambia. Ed ora io mi chiedo: tu lo sai qual è la giusta punizione per uno cheammazza così la mamma di qualcuno?
Lo domanda mentre quello tira fuori la pistola e le spara dritto allo stomaco ma lei non avverte nulla se non il fastidio per l'ennesimo costume che dovrà ricucire e sorride della sua sorpresa mentre gli pianta un pugno in faccia, rompendogli il naso. La pistola che scivola via, lontana.
- Io credo che la sia la stessa risposta a: quanti angeli danzano sulla punta di uno spillo?
Glielo soffia addosso e sorride perché non esiste risposta che lui possa darle, perché a lei la risposta di quell'uomo schifoso non le interessa.
- Se mi vuoi ammazzare fallo puttana!
- Oh ammazzarti? No. Voglio che tu mi dica dove si trova Isabella. So che ce l'hai tu. Che l'hai presa tu. Perché nessuno sa dove sia. Perché io conosco gli uomini come te e so come funziona la tua perversa mente da approfittatore e da scarafaggio. Dimmi dove si trova la bambina schifoso bastardo e ti prometto che non ti ucciderò. E' un buon affare.
Ci prova a convincerlo, ci prova a scoprire dove sia Isabella ma quello tira fuori un nuovo coltello e questa volta le trappassa il braccio scaraventandola via. Lo vede riprendere la pistola, puntarla verso di lei e ... Niente. C'è lo sparo ma nessun dolore. Riapre gli occhi ed una Power Shell nera e dorata le sta davanti, come un baluardo, incassando il proiettile al posto suo. Non ha bisogno di vederlo una canzone e la propria voce, la voce di Satine che intona nelle orecchie: I fired two warning shots... into his head.
- Non lo uccidere!
- No non lo uccido... Jesus, stava per ammazzarti.
- Lo so, è che mi serve.
La Power Shell sbuffa - crede - ma comunque vola e blocca a terra il pappone.
- Aiutami.. devo salvare una bambina.
- Prima dimmi chi sei.
- Satine.
- Spectre. Vuoi che lo facciamo parlare?
- Oh si.
§§§
Philadelphia
Studio legale Dora Welyc
Ore 4:00 am
- Prendiamo quello che ci serve e filiamo da qui.
- Come ai vecchi tempi.
- Come ai vecchi tempi.
- Mi sono già presentato ai Guardiani di questa città, vorrei fare altrettanto con i vostri criminali...
E la guarda come per invitarla a partecipare.
- Te l'ho detto Spectre. Sto cercando di smettere.
- E' per questo, per i motivi per cui siamo qui, che non puoi smettere, Satine. Qualunque cosa tu pensi di fare senza questo, senza il tuo costume. Non potrà mai essere altrettanto importante... E quando te ne accorgerai vorrai tornare indietro.
- Non ho mai avuto qualcosa da perdere. Adesso ce l'ho. E... ho paura.
- Lo capisco. Ma tu vivi di questo... Tu sei, Satine.
- Non... Non sono solo Satine. Posso potrei forse... essere straodinaria comunque, no?
- Chiedilo a tutte le persone che Satine ha salvato, loro possono risponderti meglio di me.
Torna a casa, si toglie la maschera, il costume ripone tutto alla fine della cabina armadio, al sicuro, nel doppio scomparto a muro nascosto.
Accende il portatile, legge l'ultima mail che le ha mandato Isabella.
" Ciao Blake! Sono la prima della classe! Sarò io a pronunciare il discorso per i diplomandi del mio anno! Ti prego vieni a vedermi ok? Voglio che mi consigli cosa mettere sotto quell'assurda toga nera. E sto aspettando le risposte dalle università. La mamma sarebbe fiera, vero? La Nonna dice di si ma io vorrei che fosse qui. Ti faccio sapere la data. "
Perché quella bambina, lei e Spectre l'hanno salvata, prima che venisse venduta come sua Madre, peggio di sua Madre. L'hanno riportata davanti a casa della Nonna in piena notte, addormentata fra le braccia della Power Shell. Le ha lasciato la promessa che sarebbe andato tutto bene d'ora in avanti e quella bambina ci ha creduto come in un sogno di cui ricorda solo due occhi blu.
Si è presentata, qualche giorno dopo, senza Maschera, dicendo che era un'amica di Emma, che era passata per fare le condoglianze prima di ripartire, portando una torta di mele fatta in casa. Isabella che ha preso in parola quel: cercami quando vuoi. E Isabella ha voluto in ogni fase importante, ad ogni festa. Forse i bambini sanno sempre più di quanto i grandi non pensino.
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lunedì 25 aprile 2016
Daisy trampled
Avrebbe dovuto buttarlo quel dannato portatile.
La osserva minaccioso anche se chiuso da sopra il tavolino del salone che è anche una cucina perché non può permettersi un appartamento con delle stanze che non abbiano crisi di identità. Un po' come lei insomma.
Si morde nervosamente l'interno guancia.
- Ok. Ok. Posso solo guardare. Fra guardare ed il fare ed il vigilare... c'è di mezzo un sacco di roba.
Decide alla fine camminando con i piedi nudi sul pavimento freddo e pulitissimo.
Apre il computer e basta cercare le ultime notizie per farsi divorare dal Mondo.
Perché non ti fai chiamare Daisy? E' un bel nome.
Perché in questo Mondo le margherite vengono calpestate.
E le vede: tutte quelle margherite calpestate. Persone e donne soprattutto, come lei, come sua madre, vittime di mani cattive, vittime di piedi che vogliono solo distruggerle.
Gli occhi si posano sul caso Fanning. Reoconfesso. La moglie assassinata. Omicidio premeditato.
- Bastardo.
Mormora fra i denti stretti mentre continua a cercare le notizie collegate al caso.
Il suicidio di Dora Welyc. Avvocato di Fenning. Un'altra margherita che non c'è più. Nella sua mente è solo l'aggiunta di un fiore in un prato sterminato che è più un cimitero.
- Perché Dora? Che è ti è successo?
Sbuffa nascondendo il viso fra le mani. La gamba ha preso il via, muovendosi nervosamente.
Inizia a girare per casa, con un passo non troppo leggero. E' quando si trova davanti alla cabina armadio che si blocca. Non può vederlo, nascosto com'è, il suo costume, la sua maschera ma le sembra quasi di sentirne il richiamo. Di nuovo.
Daisy Daisy... Chi le vendica quelle vite strappate Daisy? E non l'avverti la puzza di bruciato? Lo sai che c'è qualcosa che non va. E se ti sbagliassi che importa? Solo qualche domanda. Nulla che ti faccia sbandare. Lo lasciamo qui il costume, Daisy. Solo qualche domanda per essere sicura che non ci sia nulla su cui indagare. E se poi invece ci fosse allora ci penserai... Andiamo.
- Vado e torno. Niente guai.
Il tempo di dirlo che si ritrova vestita pronta per uscire. La porta che si chiude e Satine che esce.
La osserva minaccioso anche se chiuso da sopra il tavolino del salone che è anche una cucina perché non può permettersi un appartamento con delle stanze che non abbiano crisi di identità. Un po' come lei insomma.
Si morde nervosamente l'interno guancia.
- Ok. Ok. Posso solo guardare. Fra guardare ed il fare ed il vigilare... c'è di mezzo un sacco di roba.
Decide alla fine camminando con i piedi nudi sul pavimento freddo e pulitissimo.
Apre il computer e basta cercare le ultime notizie per farsi divorare dal Mondo.
Perché non ti fai chiamare Daisy? E' un bel nome.
Perché in questo Mondo le margherite vengono calpestate.
E le vede: tutte quelle margherite calpestate. Persone e donne soprattutto, come lei, come sua madre, vittime di mani cattive, vittime di piedi che vogliono solo distruggerle.
Gli occhi si posano sul caso Fanning. Reoconfesso. La moglie assassinata. Omicidio premeditato.
- Bastardo.
Mormora fra i denti stretti mentre continua a cercare le notizie collegate al caso.
Il suicidio di Dora Welyc. Avvocato di Fenning. Un'altra margherita che non c'è più. Nella sua mente è solo l'aggiunta di un fiore in un prato sterminato che è più un cimitero.
- Perché Dora? Che è ti è successo?
Sbuffa nascondendo il viso fra le mani. La gamba ha preso il via, muovendosi nervosamente.
Inizia a girare per casa, con un passo non troppo leggero. E' quando si trova davanti alla cabina armadio che si blocca. Non può vederlo, nascosto com'è, il suo costume, la sua maschera ma le sembra quasi di sentirne il richiamo. Di nuovo.
Daisy Daisy... Chi le vendica quelle vite strappate Daisy? E non l'avverti la puzza di bruciato? Lo sai che c'è qualcosa che non va. E se ti sbagliassi che importa? Solo qualche domanda. Nulla che ti faccia sbandare. Lo lasciamo qui il costume, Daisy. Solo qualche domanda per essere sicura che non ci sia nulla su cui indagare. E se poi invece ci fosse allora ci penserai... Andiamo.
- Vado e torno. Niente guai.
Il tempo di dirlo che si ritrova vestita pronta per uscire. La porta che si chiude e Satine che esce.
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giovedì 21 aprile 2016
You know, some guys just can't hold there arsenic! - Welcome Satine
- Chi è la festeggiata che compie 16 anni?!
- Allison smettila. Non voglio che tutta la scuola si chieda
perché non ho organizzato una festa.
- Daisy non è un crimine non essere ricchi come la metà di
questa scuola del cazzo ma dovremmo festeggiare! Ti fai i capelli e andiamo da
Derek e ci facciamo fare finalmente quei documenti falsi e ce la spassiamo.
Guido io.
- Allison dobbiamo studiare. Compito di chimica, ricordi?
- Prenderai lo stesso quella borsa di studio genietto anche
se per una sera usciamo a divertirci.
- E poi ci sono le prove del Musical! Sai che succede se
quella troietta di Regina si prende il mio posto?
- Sarai la più bella Satine che questa scuola abbia mai
visto. Lo sa tutto il club di teatro. Dai dai andiamo. Non accetto un no.
- Ok
- Ok!
- Mamma io esco!
- Dove vai vestita in quel modo?
- Non sono affari tuoi Joffry
- Si che sono affari miei ragazzina!
- Non sono una ragazzina. Ho sedici anni ed esco.
Lo guarda negli occhi con la saccenza di un’adolescente di
sedici anni che affronta lo sguardo di un patrigno sempre ubriaco che passa le
giornate seduto sulla poltrona a guardare la televisione. Sbatte la porta della
roulotte fiera del proprio abito corto, dei propri boccoli, dei tacchi alti e
del trucco forse un po’ troppo pesante per sembrare grande tanto quanto “
Josephine Wesley “
§§§
- Si può sapere che diavolo di nome è Josephine?
- E’ francese! Il nome della prima moglie di Napoleone. In
punto di morte è stata la sua ultima parola… Romantico no?
- Sei un caso disperato Daisy.
- Non sono io quella che si è fatta prendere dal panico
quando ci ha chiesto di mostrargli i documenti.
- Va bene va bene non ti vantare … Casa mia e guardiamo un
film?
- Scelgo io.
§§§
Addormentarsi a casa di Allison con i suoi capelli quasi in bocca per la posizione stramba che hanno preso sul divano non è stato il modo migliore di festeggiare il compleanno. O forse si. Pensa che lo deciderà quando ne festeggerà trenta e ripenserà a quando era giovane. A trentanni sarò ancora giovane e bella!
Addormentarsi a casa di Allison con i suoi capelli quasi in bocca per la posizione stramba che hanno preso sul divano non è stato il modo migliore di festeggiare il compleanno. O forse si. Pensa che lo deciderà quando ne festeggerà trenta e ripenserà a quando era giovane. A trentanni sarò ancora giovane e bella!
Si toglie le scarpe per non fare rumore mentre rientra a
casa. Si affaccia, sbirciando sua madre dormire nel lettone. E’ solo un attimo
ma Daisy Diderot vorrebbe non avere sedici anni e potersi mettere a dormire
accanto a lei. Come quando c’era papà.
- Non dare fastidio a tua madre ragazzina!
- Non le do fastidio.
Lo guarda, ubriaco con la bottiglia di birra in mano mentre si alza e lo vede, d’un tratto, la scintilla poco lucida che gli anima gli occhi sembra cambiare. Cambia quando le risale dai piedi nudi fino alle gambe scoperte e poi le sale su a spiare il collo e poi la sua bocca carnosa, una rosa in boccio.
- E’ vero … oggi è il tuo compleanno. Sedici anni. Sei cresciuta ragazzina.
Sente il suo alito alcolico contro, troppo vicino. Gira la faccia per sfuggire ad una carezza che vorrebbe sfiorarle il labbro inferiore.
- Non lo diremo alla mamma. Non ti preoccupare.
E quando prova a toccarle di nuovo lo spinge via da sé, con tanta forza che il patrigno intruppa e la bottiglia di birra cade a terra.
E quando prova a toccarle di nuovo lo spinge via da sé, con tanta forza che il patrigno intruppa e la bottiglia di birra cade a terra.
- Maledetta ragazzina!
Vede il pugno alzarsi esattamente come tante altre volte lo
ha visto abbattersi contro la faccia di sua madre. Si rannicchia su sé stessa e
stringe gli occhi ma non sente niente. Il dolore non arriva. E qualcuno urla ma
non è lei. Un bagliore lancia arcobaleni per tutta la stanza. E’ lei, il suo
corpo di diamante che riflette la lucetta. Si guarda le mani con la faccia
sconvolta tanto quanto quella dell’uomo che la guarda. Corre nel bagnetto allo
specchio. Si fissa, sfiorandosi piano i lineamenti del volto e quelle mille
sfaccettature diverse.
- Cosa sono…
§§§
- Stai bene? Non è che quel bastardo ti ha fatto storie che
ieri sei tornata tardi?
- Si sto bene.
- Sembri distratta…
- No, sto bene.
- Vengo da te a studiare chimica?
- No Allison meglio… Ti do i miei appunti ma ci vediamo
domani.
§§§
Se ne sta rannicchiata sul letto, le gambe incrociate a
studiare dal librone di chimica anche se non ne ha bisogno. Cuffiette nelle
orecchie per non sentire niente. Il patrigno non l’ha più nemmeno guardata. E’
certa che a sua madre non abbia detto niente. Infondo che dovrebbe dirgli?
Volevo approfittare di tua figlia ma lei si è trasformata in non so che cosa e
mi sono fatto male da solo? Che coglione.
La Mamma che beve. Lui che beve. Loro
che scopano troppo rumorosamente. Loro che litigano ancora più forte. Il rumore
di qualcosa che si rompe. La mamma che piange. Sempre lo stesso. Ogni
settimana, ogni mese, ogni anno da tanti anni.
Sposta lo sguardo dal libro di chimica. Poi alla maschera di
scena di Satine del teatro. Alle proprie mani tornate normali dopo essere state
di diamante. E quella canzone che continua nelle orecchie… he had it coming, he
had it comimg, he took a power in his stride and then he used and he abused it,
it was a murder but not a crime.
§§§
You know, some guys just can't hold there arsenic
Ha seguito il patrigno fino al bar. Sempre il solito come
qualsiasi alcolizzato che si rispetti. Ha su una parrucca di scena. Il cuore le
batte in petto come un tamburo mentre prega di aver usato le dosi giuste per
quel composto sintetico creato durante l’ora di buco nel laboratorio del liceo.
Sa già quanto regge la vescica dell’uomo: 3 birre e mezzo prima di dover andare
in bagno. Passa la labbra sulla bocca arida. Filtra con il barman mentre gli
mostra il documento falso per non essere cacciata via e appena può fa cadere
dalla provetta il liquido trasparente ed insapore nella birra scura.
Esce fuori, nel vicolo buio. Aspetta. Aspetta. Non sente
nessuno urlare per cui va bene. Può andare bene.
Lo segue ancora con il terrore di essere riconosciuta fino a
quando non lo vede accasciarsi a terra e solo in quel momento lo raggiunge.
- A-aiutami. Sto male.
- Ben ti sta. Finalmente ti torna indietro tutto quello che
hai fatto. Sputi tutto il sangue che hai fatto versare.
Alla mamma.
Quello la guarda stralunato, vomita sangue e alcol.
- Che mi succede?
- Si chiama Karma.
Dice mentre prende coraggio. Gli prende i capelli lunghi e luridi con la mano destra, li tira, si fa guardare dritta contro la maschera bianca che lascia scoperta solo le labbra colorate di rosso.
Dice mentre prende coraggio. Gli prende i capelli lunghi e luridi con la mano destra, li tira, si fa guardare dritta contro la maschera bianca che lascia scoperta solo le labbra colorate di rosso.
- Oppure possiamo chiamarlo arsenico. No... Scherzo. Non
ti ucciderà ma continuerai a vomitare sangue, ti sembrerà che tutti i tuoi
organi vitali stiano bruciando ma sopravviverai.
- Cosa vuoi?
- Hai finito di picchiare le donne, di fargli violenza. Sei
solo un verme. Voglio che stai lontano dalla famiglia Diderot. Non farti più vedere.
Prova solo a tornare in quella casa. Prova ad alzare le tue mani schifose
contro qualcun altro e la prossima volta ti ucciderò e se credi che lo farò più
velocemente di quanto possa fare un qualsiasi veleno, ti sbagli. E non provare
a chiamare aiuto: perché ho le prove di tutta la merda che hai commesso in
questi anni e ti sbatteranno in galera e i tuoi compagni non saranno più
clementi di me.
Lo lascia lì dandogli le spalle. E non corre perché è più
figo non correre e perché le tremano le gambe di paura. Gli occhi le si
riempiono di lacrime. Alla fine quando è sicura di non essere vista inizia a
farlo, a perdifiato e appena arriva a casa i muscoli le bruciano. Sudata. Il trucco sciolto.
Si spoglia. Butta la parrucca. Si getta nella doccia per togliersi via tutto
quella schifezza di dosso, tutti gli strascichi di quella notte. Della prima notte in cui ha vestito i panni di Satine.
Sbircia la mamma dormire. La copre con il piumone e, alla fine, sgattaiola sotto le coperte con lei.
Diamond with two face
Ciao Daisy
No non ci credo. Sono davvero diventata troppo TROPPO egocentrica.
E’ egocentrico solo chi se lo può permettere
Satine… Non potevo sognare di fare lo scivolo sull'arcobaleno come l'ultima volta? Che palle.Sveglia sveglia sveglia! Su! Alzati e vai a lavoro Blake! Forza forza.
Non puoi cacciarmi via Daisy. Parliamo un po’. Mi hai messo via per così tanto tempo… Da quando sei arrivata in questa città.
Il lavoro non funziona. Pancakes.. Blake! Pancakes. Su che ho fame. Ho sempre fame, svegliati. Colazione!
Smettila di ignorarmi!
Ti ignoro perché non puoi dirmi niente di utile!
Sei cambiata Daisy. Credevo che fossimo venute in questa città per portare un po’ di pulizia, per difendere i deboli, gli invisibili e invece… ?
Ho costruito l'ambulatorio! Mi sono indebitata fino al collo per riuscirci! Questo non è abbastanza? Sto provando a fare qualcosa di buono qui.
Così salvi chi ne ha bisogno ma chi punisce coloro che hanno il potere e decidono di fare del male? he had it coming, he had it comimg… he took a power in his stride and then he used and he abused it … it was a murder but not a crime.
Smettila con quella canzone.
Sai anche tu che è così che funziona. E ti sei anche registrata…
Dovevo farlo. Se avessero scoperto… Mi avrebbero tolto l'ambulatorio.
Ah certo. Vuoi dirmi che Lui non c'entra niente? Uno della Force, davvero, Daisy?
Lui non.. Lui è..
Lui non lo sai cosa ti fa.
No, non lo so. Ma mi piace.
E’ perché scopa bene? Perché potremmo trovarne un altro. Anche se devo ammettere che ha una faccia… Da morsi.
Possiamo evitare di trasformare questo in un sogno erotico Satine? Grazie.
Sei tu che hai scelto per me il nome di una cortigiana. Non io.
Una cortigiana che si innamora.
Giusto. So excuse me forgetting, but these things I do… You see I’ve forgotten, if they’re green or they’re blue .. Anyway, the thing is, what I really mean … Yours are the sweetest eyes I’ve ever seen
Blu. I suoi occhi sono blu. Azzurri per la precisione.
Quindi non è solo per quello… Oh Daisy Daisy. Potrebbe spezzarti il cuore se lo lasci avvicinare abbastanza da permetterglielo.
Smettila.
Questo ti fa paura e lui lo sa cosa succede quando hai paura Daisy?Si mi ha vista.
Ha detto che sono ancora più bella.Oh un complimento!
Che bellezza. Bene bene potrebbe quasi piacermi. E tutte le altre cose le sa?
Non… Non tutte. Ma io voglio essere onesta perché è questo che lui merita.
Tu che parli di onestà: questa si che non credevo di doverla sentire! E sarai onesta su di me?
Io… Se lui… Forse lui potrebbe…Cosa? Capire? O non dire sciocchezze.
E’ un uomo giusto.
E’ un uomo di legge, Daisy. Il che è molto diverso dall'essere un uomo giusto ma nonostante questo ti fidi di lui.
…
Oh no aspetta è più di questo! Te ne sei innamorata! Va bene va bene. E tu lo sai che quando esce fuori con quel suo lavoro… Ci stanno un sacco di persone che rischiano di ammazzarlo?
Lo so
E che vorresti fare?
Vorrei proteggerlo. Fermarli prima che possano riuscirci.
Su questo potremmo metterci d'accordo. Non credi? Possiamo difenderlo il tuo dolce e amato Cameron. Possiamo evitare che questa città sia tanto pericolosa. Gli assassini e quelli che tengono in pugni la south-side solo perché chi ha il potere per fermarli preferisce starsene al sicuro nel centro città mandando quelli come il nostro ragazzo a farsi male. Quante volte ha già rischiato? Arriverà una sera in cui non farai in tempo, Daisy, a salvarlo. Pensaci.
***
Si sveglia di soprassalto. I raggi del sole che colpiscono il bordo del letto, penetrando da quelle tapperelle sgangherate del suo appartamento che in ogni modo cerca di far sembrare più decente di quanto non sia. Allunga la mano e Cameron non c'è. Il senso di panico le stringe il petto prima ancora che riesca effettivamente a svegliarsi. Si alza e scova subito il biglietto che lui le ha lasciato. Sorride. Un sospiro di sollievo che la lascia stanca come se non avesse dormito.
“ è successo un casino alla South ”
Rilegge quelle parole e il suo costume la chiama dal fondo dell'armadio come il canto di una sirena. Scuote la testa con quei capelli rossi che sembrano negare con forza anche loro. Lascia che sia quella voglia di costruire qualcosa a tenerla legata ai suoi buoni propositi come un moderno Ulisse.
Because you’re mine, i walk the line.
No non ci credo. Sono davvero diventata troppo TROPPO egocentrica.
E’ egocentrico solo chi se lo può permettere
Satine… Non potevo sognare di fare lo scivolo sull'arcobaleno come l'ultima volta? Che palle.Sveglia sveglia sveglia! Su! Alzati e vai a lavoro Blake! Forza forza.
Non puoi cacciarmi via Daisy. Parliamo un po’. Mi hai messo via per così tanto tempo… Da quando sei arrivata in questa città.
Il lavoro non funziona. Pancakes.. Blake! Pancakes. Su che ho fame. Ho sempre fame, svegliati. Colazione!
Smettila di ignorarmi!
Ti ignoro perché non puoi dirmi niente di utile!
Sei cambiata Daisy. Credevo che fossimo venute in questa città per portare un po’ di pulizia, per difendere i deboli, gli invisibili e invece… ?
Ho costruito l'ambulatorio! Mi sono indebitata fino al collo per riuscirci! Questo non è abbastanza? Sto provando a fare qualcosa di buono qui.
Così salvi chi ne ha bisogno ma chi punisce coloro che hanno il potere e decidono di fare del male? he had it coming, he had it comimg… he took a power in his stride and then he used and he abused it … it was a murder but not a crime.
Smettila con quella canzone.
Sai anche tu che è così che funziona. E ti sei anche registrata…
Dovevo farlo. Se avessero scoperto… Mi avrebbero tolto l'ambulatorio.
Ah certo. Vuoi dirmi che Lui non c'entra niente? Uno della Force, davvero, Daisy?
Lui non.. Lui è..
Lui non lo sai cosa ti fa.
No, non lo so. Ma mi piace.
E’ perché scopa bene? Perché potremmo trovarne un altro. Anche se devo ammettere che ha una faccia… Da morsi.
Possiamo evitare di trasformare questo in un sogno erotico Satine? Grazie.
Sei tu che hai scelto per me il nome di una cortigiana. Non io.
Una cortigiana che si innamora.
Giusto. So excuse me forgetting, but these things I do… You see I’ve forgotten, if they’re green or they’re blue .. Anyway, the thing is, what I really mean … Yours are the sweetest eyes I’ve ever seen
Blu. I suoi occhi sono blu. Azzurri per la precisione.
Quindi non è solo per quello… Oh Daisy Daisy. Potrebbe spezzarti il cuore se lo lasci avvicinare abbastanza da permetterglielo.
Smettila.
Questo ti fa paura e lui lo sa cosa succede quando hai paura Daisy?Si mi ha vista.
Ha detto che sono ancora più bella.Oh un complimento!
Che bellezza. Bene bene potrebbe quasi piacermi. E tutte le altre cose le sa?
Non… Non tutte. Ma io voglio essere onesta perché è questo che lui merita.
Tu che parli di onestà: questa si che non credevo di doverla sentire! E sarai onesta su di me?
Io… Se lui… Forse lui potrebbe…Cosa? Capire? O non dire sciocchezze.
E’ un uomo giusto.
E’ un uomo di legge, Daisy. Il che è molto diverso dall'essere un uomo giusto ma nonostante questo ti fidi di lui.
…
Oh no aspetta è più di questo! Te ne sei innamorata! Va bene va bene. E tu lo sai che quando esce fuori con quel suo lavoro… Ci stanno un sacco di persone che rischiano di ammazzarlo?
Lo so
E che vorresti fare?
Vorrei proteggerlo. Fermarli prima che possano riuscirci.
Su questo potremmo metterci d'accordo. Non credi? Possiamo difenderlo il tuo dolce e amato Cameron. Possiamo evitare che questa città sia tanto pericolosa. Gli assassini e quelli che tengono in pugni la south-side solo perché chi ha il potere per fermarli preferisce starsene al sicuro nel centro città mandando quelli come il nostro ragazzo a farsi male. Quante volte ha già rischiato? Arriverà una sera in cui non farai in tempo, Daisy, a salvarlo. Pensaci.
***
Si sveglia di soprassalto. I raggi del sole che colpiscono il bordo del letto, penetrando da quelle tapperelle sgangherate del suo appartamento che in ogni modo cerca di far sembrare più decente di quanto non sia. Allunga la mano e Cameron non c'è. Il senso di panico le stringe il petto prima ancora che riesca effettivamente a svegliarsi. Si alza e scova subito il biglietto che lui le ha lasciato. Sorride. Un sospiro di sollievo che la lascia stanca come se non avesse dormito.
“ è successo un casino alla South ”
Rilegge quelle parole e il suo costume la chiama dal fondo dell'armadio come il canto di una sirena. Scuote la testa con quei capelli rossi che sembrano negare con forza anche loro. Lascia che sia quella voglia di costruire qualcosa a tenerla legata ai suoi buoni propositi come un moderno Ulisse.
Because you’re mine, i walk the line.
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