Avrebbe dovuto buttarlo quel dannato portatile.
La osserva minaccioso anche se chiuso da sopra il tavolino del salone che è anche una cucina perché non può permettersi un appartamento con delle stanze che non abbiano crisi di identità. Un po' come lei insomma.
Si morde nervosamente l'interno guancia.
- Ok. Ok. Posso solo guardare. Fra guardare ed il fare ed il vigilare... c'è di mezzo un sacco di roba.
Decide alla fine camminando con i piedi nudi sul pavimento freddo e pulitissimo.
Apre il computer e basta cercare le ultime notizie per farsi divorare dal Mondo.
Perché non ti fai chiamare Daisy? E' un bel nome.
Perché in questo Mondo le margherite vengono calpestate.
E le vede: tutte quelle margherite calpestate. Persone e donne soprattutto, come lei, come sua madre, vittime di mani cattive, vittime di piedi che vogliono solo distruggerle.
Gli occhi si posano sul caso Fanning. Reoconfesso. La moglie assassinata. Omicidio premeditato.
- Bastardo.
Mormora fra i denti stretti mentre continua a cercare le notizie collegate al caso.
Il suicidio di Dora Welyc. Avvocato di Fenning. Un'altra margherita che non c'è più. Nella sua mente è solo l'aggiunta di un fiore in un prato sterminato che è più un cimitero.
- Perché Dora? Che è ti è successo?
Sbuffa nascondendo il viso fra le mani. La gamba ha preso il via, muovendosi nervosamente.
Inizia a girare per casa, con un passo non troppo leggero. E' quando si trova davanti alla cabina armadio che si blocca. Non può vederlo, nascosto com'è, il suo costume, la sua maschera ma le sembra quasi di sentirne il richiamo. Di nuovo.
Daisy Daisy... Chi le vendica quelle vite strappate Daisy? E non l'avverti la puzza di bruciato? Lo sai che c'è qualcosa che non va. E se ti sbagliassi che importa? Solo qualche domanda. Nulla che ti faccia sbandare. Lo lasciamo qui il costume, Daisy. Solo qualche domanda per essere sicura che non ci sia nulla su cui indagare. E se poi invece ci fosse allora ci penserai... Andiamo.
- Vado e torno. Niente guai.
Il tempo di dirlo che si ritrova vestita pronta per uscire. La porta che si chiude e Satine che esce.
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