martedì 18 ottobre 2016

Diamond with two face #2

Le tue mani sono la mia carezza,
i miei accordi quotidiani
ti amo perché le tue mani
si adoperano per la giustizia

Quanto sei ipocrita, Daisy.

se ti amo è perché sei
il mio amore il mio complice e il tutto
e per la strada fianco a fianco
siamo molto più di due
i tuoi occhi sono il mio esorcismo
contro la cattiva giornata


ti amo per il tuo sguardo
che osserva e semina il futuro
la tua bocca che è tua e mia
la tua bocca che non si sbaglia
ti amo perché la tua bocca
sa incitare alla rivolta

Quale rivolta? Con quel badge che è come un guinzaglio. Vuoi un rivoluzionario e invece ami un uomo in catene. Ci speravo che se ne liberasse. Che le rompesse. Ma ne ha avuto la possibilità e a ... scelto di non farlo. E' un altro Pinocchio, un burattino che non è ancora pronto a diventare un bambino vero. Non sei... delusa? Questo senso di inopportuna gratitudine per averti accettata con tutti i tuoi segreti ti rende ceca. Ti abbandonerà di nuovo... O peggio: tradirà entrambe. Gli hai lasciato sulle spalle un fardello che non è in grado di portare e questo lo farà cadere. E cadendo... ci porterà giù con lui.

per il tuo aspetto sincero
e il tuo passo vagabondo
e il tuo pianto per il mondo
perché sei popolo ti amo

Gli hai passato la tua condanna. La tua vita che non è doppia, è vita a metà. Amica per metà, compagna a metà, figlia a metà, madre a metà. Sarai sempre a metà. Lo sei sempre stata. Non è cambiato niente. E lui... se ne andrà.
Perché lo hai fatto, Daisy?


perché l’amore non è un’aureola
né l’ingenuo finale di una favola

e perché siamo una coppia
che sa di non essere sola
ti voglio nel mio paradiso
ossia quel paese
in cui la gente vive felice
anche senza permesso.(*)


Per questo.








(*): Te quiero - Mario Benedetti

domenica 16 ottobre 2016

Charlie

Pronto?
Allison ... calma. Che succede?
Charlie? Che ha fatto Charlie?
... Non ne puoi essere sicura.
Non urlare, ti sento. Sono sveglia.
Ok. Hai visto farlo?
No. E' una supposizione allora. Per cui perché ti fai prendere dall'ansia?
Ho capito ho capito.
Si fammi chiamare.
No Allison... Philadelphia è...
Si lo so che Huston non è...
Si Allison lo so.
Ok. Vengo in città nei prossimi giorni.


Allison e Blake
Ultima festa di Primavera
Foto di Charlie

mercoledì 12 ottobre 2016

A Long Road

Vivi con me, combatti con me,
muori con me. Tutto con me.
 
Piove. Corre. Il rumore delle sirene.
Il fiato corto si condensa nel freddo della South-Side.
Braccata, anche se non sente abbaiare i cani sa che lo è. Come un animale. Come una bestia.

Sente il rumore del metallo della Shell dietro di lei, sopra la sua testa. Retribution e Spectre che combattono. Sui tetti, in cielo. Lei no. Lei è con i piedi per terra. E corre.
Sheriff. Lì. Un colpo alle spalle.

Chiama Nemesis con la mente ma sa che non la può sentire. Deve solo correre. Correre. Fino a quando la scelta sbagliata la porta con le spalle al muro.

E' finita.
Si volta piano. Una shell. La riconosce: blu e argento. 
Il cuore si prepara a spezzarsi. Di nuovo.
Lui l'arresterà. L'arresterà. Ma la shell non è Lui. Non è più lui. Alza il braccio. Il laser per colpirla. Red Face che la salva. Papà faccia rossa che le da una via di fuga.

Continua a correre. A correre. Ora sa chi è che deve trovare. Una shell ma diversa. Nera.
Una shell braccata. Cacciata. Come lei.
E poi...

Il cuore le si frantumò quando vide il suo uomo supino nel fango, già morto in vita, ma che resisteva ancora un ultimo minuto al colpo di coda della morte affinché lei avesse il tempo di arrivare. Riuscì a riconoscerla nel tumulto attraverso le lacrime del dolore irripetibile di morirsene senza di lei e la guardò l'ultima volta per sempre con gli occhi più luminosi, più tristi e più riconoscenti che lei gli avesse mai visto in mezzo secolo di vita in comune, e riuscì a dirle con l'ultimo respiro: “Solo Dio sa quanto ti ho amata”(*)


Apre gli occhi nel buio di una camera da letto che quasi stenta a riconoscere mentre invece, riconosce il calore del corpo vicino al suo nonostante i mesi passati. Non ha bisogno di accendere la luce per sapere che è sveglio.
Si rigira sotto le coperte. Fingendo ancora di dormire mentre invece è lì, in quel gioco infantile di provare a far andare il respiro a tempo con qualcunaltro.

Qualsiasi cosa succederà, qualsiasi svolta prenderanno, qualsiasi bivio sarà una lunga strada da percorrere. Qualsiasi scelta faranno: lei, la sua, l'ha già fatta.



* - G.G.Marquez, L'amore ai tempi del colera

Il cielo sopra Philadelphia


sabato 8 ottobre 2016

Ghost



Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente.
Lo vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono piena di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi.
Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.(*)


E poi una porta si apre ed il tuo personalissimo fantasma disoccupato ti viene a cercare. 






* - Diego De Silva

giovedì 6 ottobre 2016

Resistere, attendere, sperare.

Torna a casa. I vestiti e la collana nuova per la serata al Verdant.
Già. Al Verdant.
Si farà bella e quella bellezza e quegli ammiccamenti e soprattutto quei ringraziamenti: saranno tutto una bugia. Una bugia che serve a rafforzare la sua prima vita per nascondere la seconda. Le luci del palconoscenico che illumineranno lei. Il palco del locale di un vigilante che se solo sapesse, la sbatterebbe in galera. Invece lei sorride a tutti, conosce tutti, solo perché chi è più insospettabile di una così? Di una come lei? Vestiti a fiori e gentilezze senza motivo. E amici nella Thorne e amici nella Force.
I segreti di una doppia vita così gelosamente custodita, così nascosta, maniacalmente, ossessivamente nei dettagli per proteggersi, per proteggerli dal dramma che è davvero: Daisy Blake Diderot. E da quello che è, da quello che fa, da quello che pensa, da quello che sente.

D'un tratto si trova a pensare a quello che canterà. Vorrebbe maledersi per aver scelto quelle canzoni. Perché lo ha fatto?
Sale le scale fino al primo piano, sbatte la porta dietro di sé, getta le buste alla rinfusa sul letto. Spalanca la finestra e respira a pieni polmoni aria che non ha. I singhiozzi le spezzano le spalle.
Perché lo ha fatto?
Perché lo fa?
Perché non può fare a meno di non pensare a chi non ci sarà questa sera. Lì. In quel momento. Non riesce a non farlo. Pensare alla persona a cui ha mentito di più.

Senza volerlo le tornarono in mente tante scene che aveva vissuto al fianco dell'uomo che amava, o lontano da lui, che poi era la stessa cosa, lo era da un sacco di tempo. Di solito cercava di non pensarci. Ma lì le tornarono in mente e in particolare si ricordò della ultima volta, in cui si erano lasciati e di quello che aveva capito in quell'istante. Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui, sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento, le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio.(*)


Perché lo fa? Per sopravvivere.
Si attacca ai volti che le sorrideranno, ai volti che hanno deciso di esserci. In salone osserva lo striscione di Alba con la scritta " Blake's Day ".
E' la consapevolezza di dover continuare a mentire: anche a chi verrà o a chi c'è adesso.
Come fa a sopravvivere ai segreti, al dolore, all'egoismo di sé stessa?

Bella domanda.

«Ma allora, cos’è che ti conforta?»
«La certezza della mia libertà interiore, » disse lui dopo aver riflettuto « questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscano poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare».(**)

Resistere, attendere, sperare.


* - A. Baricco, Tre volte all'alba
** - I. Nemirovsky, Suite francese