Già. Al Verdant.
Si farà bella e quella bellezza e quegli ammiccamenti e soprattutto quei ringraziamenti: saranno tutto una bugia. Una bugia che serve a rafforzare la sua prima vita per nascondere la seconda. Le luci del palconoscenico che illumineranno lei. Il palco del locale di un vigilante che se solo sapesse, la sbatterebbe in galera. Invece lei sorride a tutti, conosce tutti, solo perché chi è più insospettabile di una così? Di una come lei? Vestiti a fiori e gentilezze senza motivo. E amici nella Thorne e amici nella Force.
I segreti di una doppia vita così gelosamente custodita, così nascosta, maniacalmente, ossessivamente nei dettagli per proteggersi, per proteggerli dal dramma che è davvero: Daisy Blake Diderot. E da quello che è, da quello che fa, da quello che pensa, da quello che sente.
D'un tratto si trova a pensare a quello che canterà. Vorrebbe maledersi per aver scelto quelle canzoni. Perché lo ha fatto?
Sale le scale fino al primo piano, sbatte la porta dietro di sé, getta le buste alla rinfusa sul letto. Spalanca la finestra e respira a pieni polmoni aria che non ha. I singhiozzi le spezzano le spalle.
Perché lo ha fatto?
Perché lo fa?
Perché non può fare a meno di non pensare a chi non ci sarà questa sera. Lì. In quel momento. Non riesce a non farlo. Pensare alla persona a cui ha mentito di più.
Senza volerlo le tornarono in mente tante scene che aveva vissuto al fianco dell'uomo che amava, o lontano da lui, che poi era la stessa cosa, lo era da un sacco di tempo. Di solito cercava di non pensarci. Ma lì le tornarono in mente e in particolare si ricordò della ultima volta, in cui si erano lasciati e di quello che aveva capito in quell'istante. Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui, sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento, le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio.(*)
Perché lo fa? Per sopravvivere.
Si attacca ai volti che le sorrideranno, ai volti che hanno deciso di esserci. In salone osserva lo striscione di Alba con la scritta " Blake's Day ".
E' la consapevolezza di dover continuare a mentire: anche a chi verrà o a chi c'è adesso.
Come fa a sopravvivere ai segreti, al dolore, all'egoismo di sé stessa?
Bella domanda.
«Ma allora, cos’è che ti conforta?»
«La certezza della mia libertà interiore, » disse lui dopo aver riflettuto « questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscano poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare».(**)
Resistere, attendere, sperare.
* - A. Baricco, Tre volte all'alba
** - I. Nemirovsky, Suite francese
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