mercoledì 28 dicembre 2016

Charlotte Rose Diderot Levy



Charlotte Rose Diderot Levy ha 7 anni e da quando è a Philadelphia ha maturato alcune convinzioni.

E' convinta che Zio Ben - cognome difficile da dire - sia l'amico ricco di Mamma e Papà. Non si spiega quindi perché non abbia fatto un regalo di Natale anche a lei. Spera in quello per la Befana. Altrimenti è come Zio Paperone. Ha fatto i soldi con la numero uno?  Famiglia ricca.
Papà lavora con Ben ma non è ricco. Sbaglia qualcosa anche se non lo ha ammesso. Capire cos'è e aiutarlo.

Il tizio di nome Raul è cattivo ed è messicano. Quindi i messicani sono cattivi. Mamma e Papà dicono di no che non funziona così ma non è convinta della cosa.

Amelia è timida e non parla molto ma a lei piace. Le ha regalato i biglietti per andare a DisneyWord e deve trovarla per ringraziarla. E' messicana? Lo sembra. Se lo è allora forse il punto 2 va ritrattato e Mamma e Papà hanno ragione. Lo chiederà se è messicana o meno.
Da una discussione con Amelia è arrivata alla conclusione che Babbo Natale non è del tutto buono e allora per non finire nella lista dei cattivi basta non esserlo più di lui. La teoria è stata recentemente confermata dal ritrovamento di tanti regali sotto l'Albero.


Crede che Alba sia forte. Forse anche letteralmente parlando perché è alta. E che è un bene che sia forte perché ha visto come guarda la Mamma e sa che la proteggerà dalle cose cattive. 

Cose cattive: Mamma e Papà fanno finta ma lei sa che ne stanno succedendo tantissime. Li vede aspettarsi a vicenda svegli la notte. Il Papà ha la shell ( lei anche ha una shell rosa ma è finta. Da grande vuole quella vera ). La Mamma invece dove va? Cura le persone?

E' convinta che Jackson sia lo Zio più carino di Philly. Ma è vero che non ha ancora conosciuto Zio Jordan. Chi sarà il più carino? Si riserva il diritto di scegliere dopo un'attenta analisi di facce e regali di entrambi.

Pensa che Zia Dana sia fra gli zii che le vogliono più bene. Ha deciso di invitarla a tutte le recite e fare per lei dei disegni quando va a scuola. Pensa che abbia degli occhi strani (malinconici ndr) e vorrebbe fossero più felici. Charlie non sa il motivo preciso di questo pensiero.

Mamma ha un amico che le vuole presentare. Si chiama Nicholas. E' stata messa in guardia di non fare domande inopportune. Non farà nessuna domanda. Lo ha promesso. Ma gli chiederà se può scattargli una foto: vuole portarla come testimonianza " vedi che succede se mangi troppe verdure? " alla Mensa scolastica nella sua lotta per abolire il minestrone del giovedì.






mercoledì 30 novembre 2016

A Little Red Flower Wise


Mamma sei preoccupata?
Mh. No tesoro perché?
Perché guardi dalla finestra. Stai aspettando papà?
Io... Si amore, mi dispiace. Sto solo aspettando papà. Siamo due genitori complicati eh?




lunedì 28 novembre 2016

A volte


Sapessi quanto è duro tirare fino a sera
calcarla, sospingersi in avanti
pensar che restano ancora
rimasugli di giorno per non pensarti
banchine bassoventre
Sapessi com’è duro il coraggio
a volte

Alzarsi affrontare il mattino
con tanta notte dentro

sedersi alla finestra
a intrecciare distanze

a vagheggiar telefoni
consegne e rituali
Sognarti
nella simmetrica consuetudine
dell’abbraccio
amarti senza affanni
odiarti senza imbrogli
temere che nulla resti
sapere che nulla avremo

guardarci senza quasi
lasciarci senza ieri
Sapessi come duole
stare senza te
a volte

 
Milton Fernandez



mercoledì 23 novembre 2016

A Man






Il nulla cos'è? Forse è ciò che si è o non si è più quando abbiamo cessato di esistere, fucilati alla tale ora del tale giorno [...]
 





Paul Green. Colpito alla schiena. Un solo colpo di cecchino è bastato per farlo cadere nel nulla. E' bastato per farlo cessare di esistere. Lei non riesce neanche ad immaginarlo. Un interrogativo peggiore del: come faccio a dirgli di uscire in Maschera e di non avere paura?


[...] dopo un giorno e una notte trascorsi a recitare la parte del coraggioso pur avendo un crampo allo stomaco.


Come fa a chiederglielo quando la sua è solo una recita.




Un uomo, O. Fallaci

martedì 18 ottobre 2016

Diamond with two face #2

Le tue mani sono la mia carezza,
i miei accordi quotidiani
ti amo perché le tue mani
si adoperano per la giustizia

Quanto sei ipocrita, Daisy.

se ti amo è perché sei
il mio amore il mio complice e il tutto
e per la strada fianco a fianco
siamo molto più di due
i tuoi occhi sono il mio esorcismo
contro la cattiva giornata


ti amo per il tuo sguardo
che osserva e semina il futuro
la tua bocca che è tua e mia
la tua bocca che non si sbaglia
ti amo perché la tua bocca
sa incitare alla rivolta

Quale rivolta? Con quel badge che è come un guinzaglio. Vuoi un rivoluzionario e invece ami un uomo in catene. Ci speravo che se ne liberasse. Che le rompesse. Ma ne ha avuto la possibilità e a ... scelto di non farlo. E' un altro Pinocchio, un burattino che non è ancora pronto a diventare un bambino vero. Non sei... delusa? Questo senso di inopportuna gratitudine per averti accettata con tutti i tuoi segreti ti rende ceca. Ti abbandonerà di nuovo... O peggio: tradirà entrambe. Gli hai lasciato sulle spalle un fardello che non è in grado di portare e questo lo farà cadere. E cadendo... ci porterà giù con lui.

per il tuo aspetto sincero
e il tuo passo vagabondo
e il tuo pianto per il mondo
perché sei popolo ti amo

Gli hai passato la tua condanna. La tua vita che non è doppia, è vita a metà. Amica per metà, compagna a metà, figlia a metà, madre a metà. Sarai sempre a metà. Lo sei sempre stata. Non è cambiato niente. E lui... se ne andrà.
Perché lo hai fatto, Daisy?


perché l’amore non è un’aureola
né l’ingenuo finale di una favola

e perché siamo una coppia
che sa di non essere sola
ti voglio nel mio paradiso
ossia quel paese
in cui la gente vive felice
anche senza permesso.(*)


Per questo.








(*): Te quiero - Mario Benedetti

domenica 16 ottobre 2016

Charlie

Pronto?
Allison ... calma. Che succede?
Charlie? Che ha fatto Charlie?
... Non ne puoi essere sicura.
Non urlare, ti sento. Sono sveglia.
Ok. Hai visto farlo?
No. E' una supposizione allora. Per cui perché ti fai prendere dall'ansia?
Ho capito ho capito.
Si fammi chiamare.
No Allison... Philadelphia è...
Si lo so che Huston non è...
Si Allison lo so.
Ok. Vengo in città nei prossimi giorni.


Allison e Blake
Ultima festa di Primavera
Foto di Charlie

mercoledì 12 ottobre 2016

A Long Road

Vivi con me, combatti con me,
muori con me. Tutto con me.
 
Piove. Corre. Il rumore delle sirene.
Il fiato corto si condensa nel freddo della South-Side.
Braccata, anche se non sente abbaiare i cani sa che lo è. Come un animale. Come una bestia.

Sente il rumore del metallo della Shell dietro di lei, sopra la sua testa. Retribution e Spectre che combattono. Sui tetti, in cielo. Lei no. Lei è con i piedi per terra. E corre.
Sheriff. Lì. Un colpo alle spalle.

Chiama Nemesis con la mente ma sa che non la può sentire. Deve solo correre. Correre. Fino a quando la scelta sbagliata la porta con le spalle al muro.

E' finita.
Si volta piano. Una shell. La riconosce: blu e argento. 
Il cuore si prepara a spezzarsi. Di nuovo.
Lui l'arresterà. L'arresterà. Ma la shell non è Lui. Non è più lui. Alza il braccio. Il laser per colpirla. Red Face che la salva. Papà faccia rossa che le da una via di fuga.

Continua a correre. A correre. Ora sa chi è che deve trovare. Una shell ma diversa. Nera.
Una shell braccata. Cacciata. Come lei.
E poi...

Il cuore le si frantumò quando vide il suo uomo supino nel fango, già morto in vita, ma che resisteva ancora un ultimo minuto al colpo di coda della morte affinché lei avesse il tempo di arrivare. Riuscì a riconoscerla nel tumulto attraverso le lacrime del dolore irripetibile di morirsene senza di lei e la guardò l'ultima volta per sempre con gli occhi più luminosi, più tristi e più riconoscenti che lei gli avesse mai visto in mezzo secolo di vita in comune, e riuscì a dirle con l'ultimo respiro: “Solo Dio sa quanto ti ho amata”(*)


Apre gli occhi nel buio di una camera da letto che quasi stenta a riconoscere mentre invece, riconosce il calore del corpo vicino al suo nonostante i mesi passati. Non ha bisogno di accendere la luce per sapere che è sveglio.
Si rigira sotto le coperte. Fingendo ancora di dormire mentre invece è lì, in quel gioco infantile di provare a far andare il respiro a tempo con qualcunaltro.

Qualsiasi cosa succederà, qualsiasi svolta prenderanno, qualsiasi bivio sarà una lunga strada da percorrere. Qualsiasi scelta faranno: lei, la sua, l'ha già fatta.



* - G.G.Marquez, L'amore ai tempi del colera

Il cielo sopra Philadelphia


sabato 8 ottobre 2016

Ghost



Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente.
Lo vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono piena di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi.
Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.(*)


E poi una porta si apre ed il tuo personalissimo fantasma disoccupato ti viene a cercare. 






* - Diego De Silva

giovedì 6 ottobre 2016

Resistere, attendere, sperare.

Torna a casa. I vestiti e la collana nuova per la serata al Verdant.
Già. Al Verdant.
Si farà bella e quella bellezza e quegli ammiccamenti e soprattutto quei ringraziamenti: saranno tutto una bugia. Una bugia che serve a rafforzare la sua prima vita per nascondere la seconda. Le luci del palconoscenico che illumineranno lei. Il palco del locale di un vigilante che se solo sapesse, la sbatterebbe in galera. Invece lei sorride a tutti, conosce tutti, solo perché chi è più insospettabile di una così? Di una come lei? Vestiti a fiori e gentilezze senza motivo. E amici nella Thorne e amici nella Force.
I segreti di una doppia vita così gelosamente custodita, così nascosta, maniacalmente, ossessivamente nei dettagli per proteggersi, per proteggerli dal dramma che è davvero: Daisy Blake Diderot. E da quello che è, da quello che fa, da quello che pensa, da quello che sente.

D'un tratto si trova a pensare a quello che canterà. Vorrebbe maledersi per aver scelto quelle canzoni. Perché lo ha fatto?
Sale le scale fino al primo piano, sbatte la porta dietro di sé, getta le buste alla rinfusa sul letto. Spalanca la finestra e respira a pieni polmoni aria che non ha. I singhiozzi le spezzano le spalle.
Perché lo ha fatto?
Perché lo fa?
Perché non può fare a meno di non pensare a chi non ci sarà questa sera. Lì. In quel momento. Non riesce a non farlo. Pensare alla persona a cui ha mentito di più.

Senza volerlo le tornarono in mente tante scene che aveva vissuto al fianco dell'uomo che amava, o lontano da lui, che poi era la stessa cosa, lo era da un sacco di tempo. Di solito cercava di non pensarci. Ma lì le tornarono in mente e in particolare si ricordò della ultima volta, in cui si erano lasciati e di quello che aveva capito in quell'istante. Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui, sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento, le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio.(*)


Perché lo fa? Per sopravvivere.
Si attacca ai volti che le sorrideranno, ai volti che hanno deciso di esserci. In salone osserva lo striscione di Alba con la scritta " Blake's Day ".
E' la consapevolezza di dover continuare a mentire: anche a chi verrà o a chi c'è adesso.
Come fa a sopravvivere ai segreti, al dolore, all'egoismo di sé stessa?

Bella domanda.

«Ma allora, cos’è che ti conforta?»
«La certezza della mia libertà interiore, » disse lui dopo aver riflettuto « questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscano poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare».(**)

Resistere, attendere, sperare.


* - A. Baricco, Tre volte all'alba
** - I. Nemirovsky, Suite francese

venerdì 23 settembre 2016

Conversazione fusion

Alice rise: «È inutile che ci provi», disse «non si può credere a una cosa impossibile.»
«Oserei dire che non ti sei allenata molto», ribatté la Regina. «Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.»






































































§L. Carroll§


Blake e Amelia
23/09/2024
Boathouse Row  
  

 - Un po' come consiglia Alice di Carroll: cerco di credere a sei cose impossibili prima di colazione. Anche quello è un esercizio. [...] Non ti dico che devi cambiare Amelia ma lasciati stupire da te stessa e dagli altri.

E comunque a me piacciono proprio perché mi danno la sensazione di controllo di cui parli, che io ne parli apertamente oppure no. E tu? Non ne hai di scudi? Non devi mica dirmi quali.

-  Sai... la mia stessa mutazione, è uno scudo. Mi ricopro di diamante. Una scorza dura, come penso tu possa immaginare. E... quando sono triste o quando so che qualche dolore sta per arrivare, non lo faccio di proposito ma mi ricopre. Come se volesse proteggermi. C'è scudo più evidente di questo?  Ma... ho imparato che se a volte mi ha salvato la vita non mi ha mai salvato dal dolore. Quando ho perso mio padre... Quando mia nonna si è ammalata. Quando ho dovuto dire addio e mi hanno spezzato il cuore... Così ho capito che non esiste uno scudo che possa salvarti da tutto ma ce ne sono altri che ti fanno rinunciare a tante cose. Non penso così che ne valga la pena.


Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò.
Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.
Non pallida per la notte insonne ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore  ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie ma nemmeno gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi ma lontano per me non s’aprirà l’orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo ma non vivrò realmente mai più.

§Blaga Dimitrova - Senza amore§

No. Non penso così che ne valga la pena.


venerdì 16 settembre 2016

Tra parentesi

Ridemmo insieme e da soli, a squarciagola e in silenzio, eravamo decisi a ignorare qualunque cosa andasse ignorata, decisi a costruire un nuovo mondo dal nulla, se nulla si poteva salvare del nostro mondo. Fu uno dei giorni più belli della mia vita, un giorno in cui vissi la mia vita e non pensai affatto alla mia vita.


Quando gli fa promettere di esserci, quando gli fa promettere di non chiedere le volte in cui avrà bisogno della loro parentesi dal mondo e dalla città, sa che è lei quella che davvero benifecerà della cosa. Lei ed i suoi segreti. Lei e la sua vita piena di drammi. Lei e gli addii che non racconta.
E' in quel momento in cui capisce quanto il dolore e la solitudine rendano egoisti. Più di quanto l'amore abbia mai fatto.




giovedì 8 settembre 2016

Red hair

Mia nonna diceva che quando una donna si sentirà triste, quello che potrà fare è intrecciare i suoi capelli: così il dolore rimarrà intrappolato tra i suoi capelli e non potrà raggiungere il resto del corpo.

Bisognerà stare attente che, la tristezza, non raggiunga gli occhi, perché li farà piangere e sarà bene non lasciarla posare sulle nostre labbra, perché ci farà dire cose non vere; che non entri nelle tue mani – mi diceva – perché tosterà di più il caffè o lascerà cruda la pasta: alla tristezza piace il sapore amaro.

Quando ti sentirai triste, bambina, intreccia i capelli: intrappola il dolore nella matassa e lascialo scappare quando il vento del nord soffia con forza. I nostri capelli sono una rete in grado di catturare tutto: sono forti come le radici del vecchio cipresso e dolce come la schiuma della farina di mais. Non farti trovare impreparata dalla malinconia, bambina, anche se hai il cuore spezzato o le ossa fredde per ogni assenza. Non lasciarla in te, con i capelli sciolti, perché fluirà come una cascata per i canali che la luna ha tracciato nel tuo corpo. Intreccia la tua tristezza – mi disse – intreccia sempre la tua tristezza.(*)






*Paola Klug

martedì 6 settembre 2016

Be lost

Non tutte le cose hanno una fine.
Non tutte le cose hanno un perché.
Alcune ... alcune semplicemente svaniscono.

Come la loro vita insieme, come casa loro, come quella veranda sul mare che è esistita solo in un sogno. Svanito, insieme ad un per sempre che è durato troppo poco, il tempo di crederci davvero.

E' da tempo che quando si guardano ci sono troppe cose in mezzo a loro, troppe leggi, troppe decisioni, troppi cambiamenti. E solo lei lo sa: troppi segreti.

E' tutto troppo. E forse, Dio questo lo sa, è stato troppo amore.

Quando torna in quell'appartamento sopra la clinica, quel monolocale in cui è stata sola per tanto tempo e che il proprietario le ha concesso di nuovo anche con quel poco preavviso, il diamante sale a coprirle ogni centimetro di pelle ma il suo cuore si spezza lo stesso. Sola come all'inizio. Sola come quando è arrivata.

Era sicura. Sarebbe stato per sempre, sarebbe stato fino alla morte. Ma è finita e lei non è morta. E' lì. Sopravviverà.

Infondo... lo sapeva, Satine, che solo i diamanti sono per sempre ma ha voluto crederci comunque, viverlo comunque.

Infondo prima o poi i segreti sarebbero venuti a galla e loro due si sarebbero infranti lo stesso ... o no?

°°°

- Ha sparato il razzo! Non c'è più tempo!

It's a trap! Si sono ritrovati da inseguitori ad inseguiti, da cacciatori a prede, Ruin fa del suo meglio per guidare nelle vie della North Town, Retribution spara ma il razzo parte lo stesso e lei, lei che non ha nessuno da cui tornare, lei che però è Satine, è una Night Soldier e per loro, per Joshy, vale il tenativo, vale la pazzia. Sfonda il tettuccio della berlina con un pugno, come fosse fatto di burro, la disperazione le da una forza che non sapeva di avere e fa in modo di intercettare il razzo. La detonazione l'avvolge, diventa un diamante infuocato, la sua pelle che si incrina. Alla fine... quale modo più scenico e teatrale di morire?

Sbalzata lontano, senza energie sul marciapiede. E' ancora viva. Pazza. Ma viva. Praticamente nuda, con il costume in brandelli. Ma viva. Lei è qui. E sopravvivrà.
Sydney la chiama, Martin la cerca. Lei non li sent ma sa solo una cosa...

Diamonds are the Night Soldier's best friends... 




sabato 23 luglio 2016

Lettera di una Donna

Free Library of Philadelphia
Scalinate.

- Se la SSA dovesse passare... chi crede nella libertà, nei diritti di tutti, è a quel punto che dovrà continuare a far sentire la propria voce perché una volta che si smette di urlare chi si è, si finisce dimenticati. Se le persone si abitueranno, se non ci sarà più nessuno a fare rumore allora la storia sarà fatta e non potremo più fare nulla.

 
Casa Levy-Diderot


Sdraiata davanti a Cameron. Tutte le parole scambiate sulla nuova legge le rimbalzano in testa senza farla riposare ma spiare lui le strappa comunque un sorriso mente gli sfiora le labbra con la punta incerta delle dita. Una legge che punta ad isolare, a dividere. 
Si alza piano, scivolando ai piedi nudi fino al salotto. Malocchio le si acciambella sulle gambe nel momento in cui si mette seduta per scrivere qualcosa al computer. 

Una voce. Persa in un mare di voci. Ma forse a qualcosa, a qualcuno, servirà.

Lettera di una donna




Sono una superumana o almeno così dirà la mia carta di identità se e quando la famosa legge della SSA passerà.
Superumana, mutante nello specifico mentre io vorrei solo essere una donna.

Mi costringeranno ad aprire la mia carta di identità ad occhi sconosciuti e non avrò l'imbarazzo che legga i centimetri della mia scarsa altezza, benedicendo che su quel pezzo di carta non ci sia segnato anche il mio peso. Non mi preoccuperò che veda la via povera della South-Side nella quale  vivo. Non mi chiederò se mi sta guardando per controllare che i miei occhi siano davvero blu come mi sono vantata al comune o se lo fa perché sono invecchiata rispetto alla fototessera. Non farò più queste cose da donna ( o almeno della donna che io sono ) ma, come Superumana, penserò solo se è per quello che mi guarda in modo diverso.

Sono una donna che ama un uomo anche.
La sua carta di identità dirà che amo un essere umano.
Nessuno mi ha insegnato ad amare bene un essere umano in quanto superumana ma ho imparato ad amare il mio uomo come donna, perché in tutto ciò che ho letto, visto o sentito ci sono persone che amano persone.

Perché sono stata cresciuta per essere una brava persona, una brava donna non una brava superumana.
Mi hanno insegnato i valori del mio paese, mi hanno insegnato ad essere una cittadina onesta ma libera e consapevole.
Ho avuto una casa piena di musica e di libri ed io sono cresciuta con i modelli di donne forti e coraggiose vissute nelle pagine o che quelle pagine le hanno scritte.
Oggi sono una donna che paga le tasse, che ha avviato una piccola attività senza pretese ma che offre lavoro a qualche dipendente, che pulisce i bisogni del proprio cane, che fa la raccolta differenziata, che fa volontariato il giorno del ringraziamento e l'ultima domenica di ogni mese. In Chiesa non ci vado, pace all'anima di Mia Nonna.

Che mia Nonna mi ha insegnato a combattere contro i pregiudizi che lei ha dovuto affrontare: sii una donna e sii orgogliosa. Lavora, trova la tua strada, trova un uomo che ti ami e ti rispetti se ti va e se non ti va magari regalati un gatto che forse è più fedele di un uomo. Fai bambini: uno, due o quattro ma non di più piccola mia perché sei una donna e non un coniglio. E se non ti va non fare alcun bambino perché devi imparare ad essere felice e completa da te.

Mia Nonna mi diceva sempre che lei aveva visto tante cose cambiare ma che ce ne sono alcune che non lo fanno mai. Nella sua epoca essere una donna che voleva lavorare, avere carriera o avere tutto equivaleva ancora ad essere una strega ma che comunque di strada se ne era fatta da quando Annette Kellerman è stata arrestata per aver osato indossare un costume intero che però lasciava scoperte braccia e parte delle gambe. Non mi chiedete perché, fra tante cose, le piaceva quell'esempio.

Oggi stiamo percorrendo la strada per cui i superumani forse non sono streghe ma sono tutti criminali o potenziali tali.
In un mondo all'epoca tutto maschile, si metteva in guardia dalle Streghe.
in un mondo oggi tutto umano come dicono le statistiche, si mette in guardia dai Superumani.
E in futuro avremo forse un'altra Annette Kellerman che però non si chiamerà Annette Kellerman e verrà arrestata per aver sorseggiato una birra in spiaggia
Passeremo dal dover dimostrare di essere fiere dell'essere donne al dover dimostrare di essere fieri dell'essere superumani.

Perché più una cosa viene demonizzata più verrà portata con orgoglio.






martedì 19 luglio 2016

SSA - First Act

IL SENATO VOTA A FAVORE DEL DIVIETO DI ALCOLICI PER SUPERUMANI

E' ufficiale: la maggioranza repubblicana al Senato ha votato compattamente a favore dell'articolo del Superhuman Safety Act che divieta l'acquisto e il consumo di alcolici a tutti i superumani dei cinquanta stati. E' il primo articolo dell'SSA a passare al Congresso senza modifiche. E il primo ad entrare nel pacchetto di leggi che arriveranno nell'ufficio ovale per essere firmate dal Presidente. Solo dopo la firma - che avverrà sicuramente alla fine delle votazioni per tutti gli articoli dell'SSA - l'articolo diventerà legge vigente.


Ambulatorio Diderot - SouthSide Philadelphia
19.07.2016


Lo vedi questo Jimbo? E' un caffè corretto. Lo bevevo prima che fosse di moda. Ricordalo. 




martedì 21 giugno 2016

Last of the Romantic

"E' disperatamente romantico quello che hai detto Satine" - Isabelle
"Hai una capacità innata di rendere le cose speciali. Come fai? " - Jessamine
"E' così dolce quello che dici, avrei dovuto chiedere a te spiegazioni in merito a questo sentimento che gli individui chiamano amore" - Dana
"Sei un'inguaribile romantica, Blaiky" - Jordan


" Are you the last of romantic, Daisy?"
" ... Maybe."

domenica 19 giugno 2016

Non dire addio se puoi dire ciao

Hey kid.
Ti sarai resa conto che sto in clinica sempre di meno ormai da un po': perdonami, purtroppo realizzo poche cose di me stesso se prima non ci sbatto la testa contro, forte e ripetutamente. Quello che ho capito ora è che ho bisogno di riprendere a scrivere, nonostante tutto, e il Sud America è l'unico posto che riesce a farmi sentire uno scrittore. Non considerarlo un addio, alrite? A Philadelphia ci tornerò, probabilmente presto: mia figlia è qui e ho delle responsabilità. Ma non sono neanche solo quelle, anche se ci ho provato.

L'ultima canzone che ho scritto l'ho scritta in parte pensando a te e l'ho registrata la prima giornata di sole dopo una settimana di pioggia. Ho pensato di lasciartela: finire nel tuo lettore mp3 sarebbe un onore.

A presto,

Ray


Rigira il biglietto fra le dita prima di sbirciare l'ambulatorio che le pare un po' troppo vuoto, diverso rispetto a un minuto fa.

La canzone nella pennetta ovviamente finirà nel lettore mp3.



ho nuotato in queste acque così a lungo
non ho mai pensato che avrei raggiunto la spiaggia
e quando ne sono uscito, tu eri lì, sorridente
radiosa attraverso il tuo stesso trauma

martedì 31 maggio 2016

Le cose non dette

C’erano cose che volevo dirgli.
Ma sapevo che gli avrebbero fatto male.
Così le seppellii e lasciai che facessero male a me. 
Avrei voluto parlargli di tutte le bugie che gli avevo raccontato.
E che Lui mi dicesse che non c’era niente di male,

perché a volte bisogna fare qualcosa di cattivo per fare qualcosa di buono
.
(*)







(*)  Jonathan Safran Foer
Molto forte incredibilmente vicino

giovedì 5 maggio 2016

In bloom

Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.


Fu un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco
perché i ciliegi tornassero in fiore
perché i ciliegi tornassero in fiore.
(1)



- Daisy Daisy!

Il papà le corre dietro e lei scappa, ridendo come può scappare e ridere una bambina di sei anni o poco più prima di cadere, fare praticamente una capriola e ritrovarsi con il Mondo rovesciato. Guarda con il naso all'insù quando un petalo bianco le cade sulla fronte. Osserva i ciliegi del parco gravidi di frutti rossi. 

- Piccola, ti sei fatta male?
- Papà anche gli alberi hanno male? Forse si.

Dice lei mentre sbircia le proprie mani graffiate ed il ginocchio sbucciato. E non può fare a meno di dispiacersi.

§§§



- Daisy... Daisy... 


Il papà la chiama ma la bambina non corre. E' bloccata sul sedile. Il Mondo è sempre rovesciato però, così come la macchina. 

- Ti sei fatta male?
Sbircia l'uomo. Anche i papà hanno male? Forse si.


Mathis Diderot sanguina dalla ferita alla testa ma non sarà quello ad ucciderlo bensì l'emorragia interna. Blake lo capirà solo da grande, solo quando studierà per diventare davvero un medico che il sangue più pericoloso è quello che non si vede, quello che non si versa. Un po' come le lacrime che non ha pianto quella notte.

Spaventata. Salva. Mutante. Spaventata. Salva. Cambiata.

- Papà... Papà... Stai male? Papà! 

Lo chiama, urla, dentro quella macchina ma Mathis Diderot non può rispondere più.

Passa ore a chiamarlo. Ore fino a perdere i sensi per la stanchezza, per la posizione. Il diamante che le ha salvato la vita è piccolo anche lui, non è forte come oggi e dopo un po' si ritira.

Quando i vigili del fuoco e la polizia la tirano fuori da lì, Daisy torna a sentire e vede tutto con una forza nuova o forse con quella che sarà un'ossessione nuova. La macchina accartocciata. Le ferite del padre. Quel Mondo rovesciato. Senza inizio e senza fine precisi. Senza contorni netti come la macchia di sangue per terra. 
Non sa ancora che quello che desidera ha un nome. Così come quello che la terrorizza. Anche quello lo scoprirà da grande. Anche quello come il diamante, crescerà con lei.

§§§


Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più forte. 
Tutto mi emozionava. 
Un cane che seguiva uno sconosciuto. Era una sensazione così intensa. 
Un calendario aperto sul mese sbagliato. Avrei potuto piangerci sopra. E piangevo. 
Quando finiva il fumo di un camino. 
Il modo in cui una bottiglia rovesciata si appoggiava sull'orlo della tavola.
Ho passato la mia vita imparando a sentire di meno.(2)



... Non che io ci sia mai riuscita. I ciliegi mi commuovono ancora. 















1: Fabrizio De Andrè, Un medico
2: Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino